Chiusi in provincia di Arezzo Toscana
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Comune di Chiusi

provincia di Arezzo

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CHIUSI DELLA VERNA

Il territorio del comune di Chiusi della Verna (già detto Chiusi del Casentino) si estende per un'area di 102,32 kmq occupando i contrafforti orientale e occidentale dell'Alpe di Catenaia tra il Valdarno casentinese e l'alta Val Tiberina. In origine centro feudale, poi podesteria, fu eretto in comunità nel 1776 andando a comprendere quattordici frazioni, già dipendenti dalla podesteria omonima. La prima menzione storica di Chiusi risale al 967, quando Ottone i confermò in feudo al suo vassallo Goffredo di Ildebrando gran parte dell'Appennino casentinese comprendente anche il comitatus clusinus; e ai discendenti di Goffredo rimase fino a che nel 1324 venne loro tolto con le armi da Guido Tarlati, `vescovo di Arezzo, per passare quindi, nel 1328, al fratello di questi Pier Saccone. Cacciati i Tarlati dopo una lunga contesa (1360), nel 1384 Chiusi entrò definitivamente sotto la giurisdizione della repubblica fiorentina che ne fece sede, nel 1404, di una podesteria comprendente anche Caprese, con la norma che il podestà dovesse risiedere alternativamente per sei mesi nella rocca di Chiusi e per sei mesi nel palazzetto pretorio di Caprese. Di notevolissimo rilievo storico e religioso è il santuario della Verna, situato a 1.128 metri e che ebbe origine dalla donazione del monte sovrastante Chiusi fatta dal conte Orlando a san Francesco nel 1213. Qui si recò il santo con alcuni compagni a dimorare in una grotta sottoponendosi a un duro regime di penitenza e di mistica contemplazione e qui ricevette nel settembre del 1224 le stimmate. Nella seconda metà di quel secolo fu edificata la Cappella delle stimmate e nei secoli XIV XV la Chiesa maggiore, mentre il luogo diveniva meta di devoti pellegrinaggi. Restaurato dopo i gravi danni subiti durante la seconda guerra mondiale, il complesso architettonico, che conserva nell'insieme un'impronta quattrocentesca, consta di vari edifici appartenenti a epoche diverse, alcune anche di recente costruzione. Nel passato l'attività economica di Chiusi è stata esclusivamente incentrata sulla pastorizia, sullo sfruttamento dei prodotti del bosco (castagne in particolare) e, in minor misura, sull'agricoltura, che forniva cereali e vino. Anche oggi Chiusi trae le maggiori risorse dall'agricoltura (frumento e foraggi sono le colture principali), dall'allevamento del bestiame (ovini e bovini), dall'avicoltura e, in generale, da tutte le attività collegate all'utilizzazione dei boschi: dal prospera- re dell'industria del legno (vi è un'impresa per la costruzione di prefabbricati) al commercio dei frutti del bosco (castagne, funghi, fragole, lamponi); ma ha notevole rilievo anche il turismo devozionale e laico che soprattutto nei mesi estivi alimenta l'industria alberghiera. La popolazione totale del territorio comunale raggiunge, nel 1991, le 2.223 unità con una densità di22 abitanti per kmq. Per quanto riguarda le età precedenti gli abitanti del comune erano passati dalle 2.059 unità del 1551 alle 1.640 del 1745; nel corso dell'Ottocento e nella prima metà del Novecento l'aumento della popolazione è costante: da 1.882 abitanti nel 1830 si passa ai 2.683 del 1881 per raggiungere i 3 .723 abitanti nel 1936 e i 3.807 del 1951; al censimento del 1961, con i suoi 3.103 abitanti, il comune vede la popolazione in sensibile diminuzione; nel decennio successivo la tendenza si accentua: nel 1971 gli abitanti scendono a 2.424, mentre il censimento del 1981 vede la popolazione ridotta a 2.292 unità.

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