Comune di Cortona
provincia di Arezzo
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CORTONAIl territorio del comune di Cortona si estende per 342,34 kmq in Vai di Chiana parte in collina, parte in pianura; il capoluogo, che ha la tipica fisionomia dei centri etruschi, è situato su uno sprone dell'Alta di Sant'Egidio. Di origine etrusca, municipio romano, quindi capitanato, fu eretta in comunità nel 1774. Lasciando da parte la leggenda, tramandata da Marco Porcio Catone, che la vuole tra le più antiche città italiane, pare che la fondazione di Cortona - come attestano i reperti archeologici - debba esser fatta risalire al v secolo a.C.; di sicuro essa fu una delle più importanti città etrusche, raggiungendo l'apice della sua potenza forse verso la fine del IV secolo a.C. Entrata nell'orbita di Roma circa in quest'epoca, si mantenne municipio di una certa importanza fino all'età imperiale grazie anche alla sua vicinanza con il tracciato della via Cassia che collegava l'Etruria a Roma; poi, certamente a causa dell'impaludamento della valle, ma anche della variazione di percorso della Cassia - fatta all'inizio del II secolo d.C. -, sembra decadere repentinamente, tanto che fino a dopo il Mille di fatto essa scompare dalla storia. Se si esclude un atto di donazione del 1008 fatto dal vescovo di Arezzo alla badia di Prataglia, in cui vengono menzionati il suo distretto e notizie di scontri militari vittoriosi con Perugia (1046) e con Arezzo (1065), Cortona riappare solo all'inizio del XIII secolo già come libero comune retto da un podestà, in lotta con i feudatari dei dintorni e poi con la tradizionale rivale Arezzo. Su questa ha la meglio nel 1232 con l'aiuto dei perugini, ma nel 1258 è costretta a subire la vendetta dei guelfi aretini che la mettono a ferro e fuoco esiliando gli abitanti di fede ghibellina, che solo dopo tre anni - approfittando dell'esito della battaglia di Montaperti - poterono far ritorno in città al seguito di Uguiccio Casali. Inizia da allora un lungo periodo di prosperità economica, viene coniata la moneta "cortonese", si stipula una pace con gli aretini che dura per molti decenni. Nel 1319 si instaura un governo popolare che, nel 1323, i magnati locali tentano di rovesciare: sconfitti, nello stesso anno la signoria della città viene offerta a Ranieri dei Casali, membro di una potente famiglia aretina, e a lui e ai suoi discendenti rimane per ottanta anni, nei quali Cortona riesce a conservare una certa autonomia, anche se non può esimersi dallo stipulare patti di accomandigia con Siena nel 1358 e poi con Firenze nel 1387. Nel 1325 Cortona inoltre era divenuta sede vescovile con giurisdizione su un vasto territorio che andava dalla Vai di Chiana allo spartiacque con la Val Tiberina. La fine della signoria dei Casali giunge nel 1409, quando la città viene conquistata da Ladislao di Napoli che nel 1411 la vende a Firenze per il prezzo di 60.000 fiorini. Aggregata al distretto fiorentino è fatta sede di capitanato e tale rimane fino alle riforme leopoidine, vivendo una abbastanza tranquilla vita di provincia, tra notevoli interventi d'architettura civile, religiosa e militare, soprattutto nei secoli XV e XVI, e i fasti culturali della sua Accademia Etrusca, fondata nel 1727.11 clima di tranquillo centro di provincia fu turbato nel Settecento dall'accanita opposizione della nobiltà alla bonifica della Vai di Chiana, timorosa di perdere gli antichi privilegi, e alla fine del secolo quando la città si segnala come uno dei principali centri del moto sanfedista e antifrancese del "Viva Maria". Tra i suoi cittadini illustri vanno almeno ricordati i pittori Stefano di Giovanni detto il Sassetta (1400 ca.-1450) e Luca Signorelli (1441-1523) e il critico letterario Pietro Pancrazi (1893-1952). Nei passato l'economia di Cortona fu soprattutto agricola, coltivandosi vite e olivo, ma anche cereali e gelsi nella parte più fertile e pianeggiante del suo territorio, e poi ricevendo un notevole incremento dalla settecentesca bonifica della Chiana. Le attività industriali tra Settecento e Ottocento erano rappresentate da un lanificio con due tintorie (già nel Quattrocento Cortona era nota per lo smercio di robbia, sostanza molto usata in tintoria), da una fabbrica di maioliche, da diverse fabbriche di cappelli di pelo e di suole da scarpe; venivano inoltre prodotte tele di canapa. Ma va anche ricordata, tra arte e artigianato, la scuola cortonese di costruttori di organi, attiva dal XV al XVII secolo. Ancora oggi attività economica importante resta l'agricoltura con un'abbondante produzione di cereali e foraggi, vino (parte della cui produzione fa capo alle cantine sociali di Camucia), olio, barbabietola da zucchero, mais, tabacco, ortaggi; rilievo ha l'allevamento, specialmente bovino e suino, ma anche ovino, da qualche anno in leggera crescita, e l'avicoltura. Varie sono le attività industriali del comune: dai mobilifici alla produzione di macchine agricole, per la cartotecnica e per la lavorazione del legno, dall'industria molitoria e dalla fabbricazione di mangimi alla lavorazione dei metalli preziosi, ai vivai, mentre si è ridimensionato il settore dell'abbigliamento. Molto attivo è il mercato antiquario, al quale è legata una fiorente attività di artigiani esperti nel restauro del mobile antico, e che vale anche come veicolo di promozione turistica. La maggior parte delle attività artigianali e industriali comunque si concentrano nel paese di Camucia. La popolazione totale del territorio comunale raggiunge, nel 1991, le 22.598 unità con una densità di 66 abitanti per kmq. Per quanto riguarda le età precedenti la popolazione totale era passata dalle 15.371 unità del 1551 alle 13;988 del 1745; nel 1830 risiedevano nel territorio comunale 21.414 abitanti che salirono a 26.353 nel 1881 e a 30.788 nel 1936. Di poco più numerosi erano gli abitanti nel 1951(31.860 unità), ma nel 1961 si registrava una flessione e gli abitanti scendevano a 26.718 unità; ancora in calo era la popolazione al censimento del 1971(22.653 unità), mentre nel 1981 gli abitanti erano 22.722.